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Nasci solo e muori solo e nella parentesi la solitudine è talmente grande che devi condividere la vita. (Erich Fromm)

sabato 29 ottobre 2011

Il segreto della felicità

 Pierino ed il filo magico!



C’era una volta Pierino, un ragazzino molto vivace a cui tutti volevano bene:la sua famiglia, i suoi amici…Ma Pierino aveva un piccolo grande problema.Non riusciva a vivere il presente. Non aveva imparato a godere della vita. Quando era a scuola, sognava di essere fuori a giocare. Quando giocava, sognava di essere già in vacanza. Pierino sognava sempre ad occhi aperti, non godendosi mai il presente che la vita offriva.
Un mattino, Pierino stava camminando nel bosco vicino casa. Siccome si sentiva stanco, decise di fermarsi in una radura e di fare un pisolino. Si addormentò come un sasso, ma dopo qulache minuto, si sentì chiamare per nome da una voce stridula. Quando aprì gli occhi…sorpresa! Si ritrovò dinnanzi una donna vecchia. Nella mano rugosa aveva una pallina magica, con un foro al centro da cui pendeva un lungo filo dorato.
”Pierino” disse la vecchia,” questo è il filo della vita. Se lo tiri piano piano, in pochi secondi passerà un’ ora;se tiri più forte, in pochi minuti passeranno giorni interi. Se tiri con tutta la tua forza, in pochi giorni passeranno dei mesi o addirittura degli anni. Pierino era eccitato dalla scoperta.Oh, mi piacerebbe tanto averlo!” esclamò smanioso. Allora la vecchietta si chinò e gli diede la pallina con il filo magico.
Il giorno dopo Pierino era seduto nel suo banco a scuola, e si sentiva annoiato e irrequieto. Improvvisamente si ricordò del suo nuovo giocattolo. Tirò il filo piano piano e si trovò subito a casa a giocare nel suo giardino. Rendendosi conto dei poteri del filo magico, Pierino presto si stancò di andare a scuola e desiderò di essere un ragazzo più grande, alla scoperta della vita. Allora tirò il filo un pò più forte e si ritrovò adolescente.
Ma non era ancora soddsfatto:Egli non era in grado di cogliere la bellezza di ogni istante e di esplorare le semplici meraviglie offerte dalle diverse fasi della vita. Sognava invece di essere già adulto, e così tirò di nuovo il filo, sicchè gli anni passarono in un lampo. Si ritrovò allora trasformato in un uomo maturo. Si era sposato ed era circondato da tanti bambini. Ma notò un’altra cosa: i suoi capelli neri avevano iniziato a diventare grigi e la sua dolce e adorata mamma era diventata vecchia e debole.
Eppure Pierino non riusciva a vivere il presente. Perciò tirò un’altra volta il filo d’oro e attese la nuova trasformazione. Adesso aveva novant’anni. Così ad un tratto Pierino si rese conto di non essersi mai fermato a godere di nulla. Non era mai andato a pescare con suo figlio, non aveva mai fatto una passeggiata al chiaro di luna con sua moglie, non aveva mai piantato un albero… e non aveva mai nemmeno trovato il tempo di leggere quei bellissimi libri che tanto piacevano a sua madre. Era sempre andato di corsa senza fermarsi a guardare le bellezze che adornavano il suo cammino.
Questa scoperta rattristò molto Pierino: Allora, per riordinare le idee e rasserenarsi un pò , decise di andare a fare un giro nel bosco dove era solito giocare da bambino. Si distese sull’erba di una radura e si addormetò profondamente. Dopo qualche minuto, qualcuno lo chiamò. Aprì gli occhi e con grande stupore rivide la vecchia che gli aveva regalato la pallina molti anni prima.“Ti è piacuto il mio regalo?” ”All’inizio è stato divertente, ma ora lo odio a morte”. disse Pierino.”Tutta la vita mi è passata davanti agli occhi senza che potessi goderne un solo istante.Certo, ci saranno stati momenti molto belli e altri molto tristi, ma non ho avuto la possibilità di coglierli. Ora mi sento vuoto, mi manca il dono della vita.” “Sei proprio un ingrato” disse la vecchietta. “Ma ti concerò di esprimere un ultimo desiderio.”Pierino ci pensò un istante e poi rispose fulmineamente” Vorrei ridiventare bambino e riprovare a vivere daccapo.” Poi si riaddormentò.
A un tratto sentì di nuovo qualcuno che lo chiamava e si risvegliò. Quando aprì gli occhi,scoprì con gioia che era sua madre che lo stava chiamando, e che era tornata giovane,sana e forte. Allora Pierino si rese conto che la vecchietta aveva mantenuto la promessa. Scattò dal letto per vivere come aveva sperato: una vita piena,ricca di gioie, soddisfazioni e successi…Ma tutto avvenne quando smise di sacrificare il presente per il futuro e si rese conto di dover vivere nell’oggi.
Purtroppo questa è solo una bella favola. Nel mondo della realtà nessuno ti offrirà una seconda occasione. Tu oggi hai la possibilità di svegliarti prima che sia troppo tardi.Trascorri più tempo con le persone che danno un senso alla tua vita. Scala la montagna che ti sei sempre ripromesso di conquistare, avvia una nuova attività. Impara ad amare la musica, studia una lingua straniera. Ravviva il tuo spirito ed eleva la tua anima. Smettila di rincorrere i grandi piaceri della vita trascurando i piccoli. Rallenta il passo e ammira la bellezza di ciò che ti circonda. Incomincia a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. E incomincia subito, da oggi:istruisciti di più, ridi di più e fai quello che ti piace veramente.


Tratto da “Il monaco che vendette la sua Ferrari” di Robin S.Sharma

martedì 25 ottobre 2011

I Crisantemi

Oggi voglio fare un post sui crisantemi, questi bellissimi fiori che colorano il nostro caro autunno.



Un po' di storia presa dal Web:

Da piu' di duemila anni presente nei giardini cinesi e giapponesi, caro a Confucio e fiore nazionale del Giappone, i crisantemi hanno una storia lunghissima fatta anche di centinaia di varieta' con caratteristiche anche molto diverse, e malgrado qui da noi siano associati al ricordo dei defunti si va sempre piu' diffondendo un uso piu' allargato e meno scontato di questo bellissimo fiore.


 Sicuramente meno relegato al suo mesto significato e' nel resto dell'Europa e in oriente dove anzi viene considerato fiore della vita.
L'impulso maggiore alla coltivazione del crisantemo si ha nella prima meta' del 1900, continue mostre e premiazioni spingono i coltivatori a trovare sempre nuove varieta', malgrado oggi questa frenesia si sia attenuata la scelta di piante colorate, resistenti e particolari continua ad aumentare.
Uno stimolo ad una piu' massiccia diffusione dei crisantemi, anche qui da noi, dovrebbe venire dalla loro resistenza e dalla loro fioritura coloratissima e varia, che avviene in un periodo in cui ormai l'autunno ha gia' dato il meglio di se per quel che riguarda i colori e le fioriture invernali ancora devono prepararsi. Con una scelta accurata delle piante si puo' benissimo ottenere una fioritura che dalla fine dell'estate ci accompagnera' per quasi cinque mesi.
Da una pianta con una cosi' lunga storia non sorprende che ci sia un così gran numero di varieta' in innumerevoli forme, dimensioni e colori.

  • Gia' cinquecento anni prima di Cristo il crisantemo era conosciuto e apprezzato in tutta la Cina, caro a Confucio ebbe una grande diffusione tanto da essere spesso rappresentato in antiche pitture su seta. Era considerato il fiore della vita, probabilmente perche' fiorisce in un periodo poco ottimale per la maggioranza delle piante.
  • Dopo circa ottocento anni si diffuse anche in tutto il Giappone, tanto da avere un posto in primo piano fino alla fine del 1800, tutt'oggi e' comunque il fiore nazionale.
  • In Europa si diffusero nel lontano 1780 con i mercanti olandesi, in Italia si ha notizia della prima fioritura di un crisantemo nel 1795, nell'orto botanico di Pavia.
  • Motivo principale della sua diffusione e' dovuto anche alla fioritura fuori stagione, e al conseguente interesse economico.
  • Si ha notizia che gia' molti secoli fa, i cinesi prima e i giapponesi poi, si siano dedicati all'ibridazione delle specie originarie, arrivando fino ad oggi a quell'infinita' varieta' di colori e forme che possiamo vedere in questo periodo.
    fonte 


lunedì 24 ottobre 2011

Qualche "dolcetto di Halloween"


 

Budino di zucca


Budino di zucca
Ingredienti
  • 500 g di polpa di zucca
  • 750 ml di latte
  • 150 g di maizena
  • 200 g di zucchero
  • 3 arance + 1 per decorazione
  • burro q.b
  • un pizzico di sale
Procedimento
Imburrate una forma da budino e spolverizzatela con un po' di zucchero.
Tagliate a piccoli cubetti la polpa della zucca e fateli bollire in un po' di acqua leggermente salata fino a quando sono diventati teneri.
Sgocciolateli poi bene e riduceteli in purea. In un pentolino sciogliete la maizena nel latte, poi fatela ispessire a fuoco basso mescolando sempre in modo che non si formino dei grumi. Quando incomincia a bollire, aggiungete lo zucchero, la purea di zucca, il succo di 3 arance assieme alla buccia grattugiata di uno e fare riprendere il bollore. A questo punto versate il budino nella forma e fate raffreddare a temperatura ambiente.
Al momento di servire, sformate il budino sul piatto di portata e decorate con spicchi di arancio.



Crostata di zucca

Crostata di zucca
Ingredienti
Per 6 persone
per la pasta:
  • 250 g di farina
  • 200 g di zucchero
  • 180 g di burro
  • 3 tuorli d’uovo
  • oppure un rotolo di pasta frolla già pronto per l'uso:
Procedimento
Fate cuocere in 4 cucchiai circa di acqua, a fuoco basso e incoperchiata, la zucca a cubetti. Dopo circa 20 minuti togliete il coperchio e continuta la sua cottura fino a quando tutto il liquido è evaporato. Mescolate bene in modo da ottenere una purea e aggiungeteci lo zucchero, la panna, la cannella e le uova sbattute. Riversate questo impasto di zucca in una tortiera ad anello estraibile di 24 cm di diametro precedentemente imburrata, infarinata e rivestita con la pasta frolla che buccherellerete con una forchetta. Infornate a 180° circa per circa 35 minuti fino a quando la crostata avrà preso un bel colore ambrato. Lasciatela raffreddare e poi trasferitela in un bel piatto di portata decorandola con delle noci tritate e tutt'intorno con dei gherigli di noce.

Dolcetti di zucca allo sciroppo

Dolcetti di zucca allo sciroppo
Ingredienti
Per 6 persone
  • 1/2 kg di zucca
  • 320 g di zucchero di canna
  • 8 cucchiai di acqua
Procedimento
Pulite la zucca togliendo le parti filamentose e tagliatela in piccoli rettangoli che disporrete in una pentola riempita con gli 8 cucchiai di acqua. Spolverizzate con lo zucchero e a fuoco vivo portate l'acqua a ebollizione. Abbassate ora la fiamma al minimo, mettete il coperchio alla pentola e fate cuocere per circa
un 'ora bagnando coi succhi di cottura ogni 10 minuti. Quando la polpa della zucca è tenera ma ancora abbastanza soda, spegnete il fuoco e fate raffreddare a temperatura ambiente. Disponete i pezzi di zucca su delle piccole coppe bagnandole col loro sciroppo.



Gelato di zucca Halloween

Gelato di zucca Halloween
Ingredienti
Per 6 persone
  • 400 g di polpa di zucca
  • 125 g di zucchero
  • 300 ml di latte intero
  • 1 fialetta di essenza di vaniglia
  • 7 amaretti
  • 3 cucchiai di Maraschino
per decorare:
  • 2 cioccolatini tondi e uno a forma di triangolo
Procedimento
Tagliate la polpa della zucca a piccoli cubetti e fateli cuocere, possibilmente in una pentola antiaderente, nel latte fino a quando sono diventati ben cotti e teneri. Dovete girare di tanto in tanto in modo che non rimangano attaccati al fondo della pentola.
Aggiungete la vaniglia e fate cuocere ancora per qualche minuto. Fate raffreddare e per ultimi aggiungete gli amaretti sbriciolati, il maraschino e date una bella mescolata in maniera che tutto sia ben amalgamato. Versate la crema in una ciotola e mettetela nel freezer in modo che di tanto in tanto possiate dare una bella mescolata e quando incomincia a congelarsi, versatela in uno stampo di metallo a forma di cupola e lasciate ancora nel freezer per almeno 6 ore.
Al momento di servire, inumidite le pareti della forma con una spugnetta che avrete bagnato con acqua calda e strizzato bene. Così il gelato si staccherà facilmente dal contenitore.
Rovesciatelo sul piatto di portata e applicateci, schiacciandoli un po' contro il gelato, i cioccolatini in modo da formare gli occhi con i due tondi ed il naso con quello triangolare. Disegnerete invece la bocca scavando il gelato con un cucchiaino da caffé.






Muffin di zucca "Notte incantata"

Muffin di zucca "Notte incantata"

Ingredienti 
  • 60 gr Valleè + burro 
  • 100gr di zucchero
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino da caffé di lievito in polvere
  • 100 gr di farina
  • 30 gr di maizena
  • sale, un pizzico
  • 60 ml di latte
  • 150 gr di zucca cotta al vapore e ridotta in purea
  • granella di cioccolato
Procedimento
Accendete il forno a 180° e imburrate lo stampo apposito per muffin.
In una ciotola mescolate Valee' + burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa. Aggiungete poi l'uovo e amalgamate bene.
In un altra ciotola mescolate la farina con la maizena, il sale, il lievito e versatelo nella ciotola con Valee' + burro, zucchero e uovo. Mescolate rapidamente aggiungendo per ultimo il latte e la purea di zucca.
Versate il composto ottenuto nelle vaschette imburrate tenendo presente che devono essere riempite per 3/4. Infornateli subito a 180° per circa mezzora. Sono pronti quando introducendo lo stecchino ne esce fuori pulito. Fateli raffreddare su una gratella per dolci e serviteli tiepidi o freddi spolverandoli con della granella di cioccolato.


Frittelle di zucca "La strega ci va matta"

Frittelle di zucca "La strega ci va matta"
Ingredienti
Per 6 persone
  • 500 g di polpa di zucca a cubetti
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di burro fuso
  • 2 uova sbattute
  • 125 g di farina 
  • olio di oliva per friggere
Fare bollire la zucca fino a quando è ben cotta.
Scolatela, riducetela in purea e mescolatela con lo zucchero, il burro e le uova. Per ultima aggiungete la farina, date una bella mescolata, e fate cuocere ancora fino a quando l'impasto si stacca dalle pareti della pentola. Coprite la pasta con la pellicola trasparente e fate riposare per circa 1 ora.
Riscaldate l'olio, circa 1 litro, nella apposita casseruola dei fritti fornita di cestello. Quando è ben caldo ma non bollente prendete con un cucchiaino un po' di pasta e, aiutandovi con un altro cucchiaino, fate cadere la pasta nell'olio.
Le frittelle si gonfieranno e si gireranno da sole. Il segreto sta nel friggerle poche per volta e sempre in abbondante olio. Appena saranno diventate ben gonfie e dorate, scolatele con l'apposito cestello e appoggiatele su della carta assorbente. Vanno servite calde o anche tiepide.


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Buon appetito ragazze!...

Halloween: Curiosità e Tricks


Halloween: Curiosità  e Tricks 

Costumi e maschere La notte di Halloween i bambini si mascherano con costumi paurosi e vanno di casa in casa, pronunciando le formule: “Help the Halloween Party” e “Trick or Treat”. Anche questa tradizione di mascherarsi risale ai tempi dei Celti.



Blind Date (appuntamento al buio) Ragazze bendate vanno per i campi e afferrano il primo cavolo che trovano. Se questo ha molta terra attaccata alle radici, il futuro sposo della fanciulla che lo trova sarà benestante. Tra l’altro, mangiando il cavolo si può scoprire la personalità del futuro marito: dolce o amaro!




Foglia di edera Ogni membro della famiglia mette una foglia di edera in perfette condizioni dentro una tazza di acqua e la lascia in ammollo tutta la notte, senza toccarla. Se al mattino la foglia è ancora intatta e senza macchioline, la persona che l’ha messa nella tazza può essere certo di vivere 12 mesi in piena salute, fino al seguente Halloween.


Le mele Un modo per scoprire qualcosa sul proprio futuro marito è sbucciare una mela in una sola volta: se ci si riesce, si getta la buccia della mela sul pavimento che, a seconda di come si poggia, rivelerà l’iniziale del futuro compagno. Sempre con la buccia della mela è possibile scoprire quanto sarà lunga la propria vita. Più sarà lunga la buccia pelata in una sola volta, più a lungo si è destinati a vivere.


Snap Apple (la mela da addentare) Dopo le visite ai vicini iniziano i giochi di Halloween, il più popolare tra i quali è “Snap Apple”. Una mela viene appesa con una corda e i bambini vengono bendati. Il primo bambino che addenta bene la mela vince. Lo stesso gioco può essere fatto mettendo le mele in un recipiente pieno di acqua e lo scopo sarà, ugualmente, tentare di mordere la mela senza creare troppa confusione!



Zucca Ovviamente è tradizione creare almeno una Jack O'Lantern, la zucca intagliata a formare un grottesco volto e illuminata con una candela al suo interno.



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giovedì 20 ottobre 2011

Se tornassi a vivere



Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po' su e...
Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato meno e ascoltato di più.
Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso.
Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza.
Non avrei mai preteso, in un giorno d'estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega.
Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L'avrei consumata io, a forza di accenderla.
Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle macchie d'erba sui vestiti.
Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita.
Avrei condiviso maggiormente le responsabilità di mio marito.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io dall'ufficio, il mondo si sarebbe fermato.
Invece di non veder l'ora che finissero i nove mesi della gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa stupenda che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo.
A mio figlio che mi baciava con trasporto non avrei detto: "Su, su, basta. Va' a lavarti che la cena è pronta".
Avrei detto più spesso: "Ti voglio bene" e meno spesso: "Mi dispiace"... ma soprattutto, potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto...
lo guarderei fino a vederlo veramente... lo vivrei... e non lo restituirei mai più.
(Enna Rombeck)

Ogni istante è un tesoro immenso. Non buttarlo. Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani. "Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi. Perché l'oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l'eterno"
(A. P. Gouthey).

tratto da: Bruno Ferrero:"IL canto del grillo" Elledici 1990

sabato 15 ottobre 2011

Aspettando Halloween


Tra non molto si festeggierà la festa di Hallowen, ho pensato di trascrivere qui la sua storia presa da Wikipedia...

Halloween o Hallowe ' en è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, osservata prevalentemente in Irlanda, Scozia, Canada e Stati Uniti d'America, che si celebra la sera del 31 ottobre, ossia alla vigilia della festa di Ognissanti (è questo il significato della parola Halloween). Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.

In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro Capodanno. In irlandese antico Samhain significa infatti "fine dell'estate" (Sam, estate, e fuin, fine). A sera tutti i focolari domestici venivano spenti e riaccesi dai druidi che passavano di casa in casa con torce ravvivate presso il falò sacro situato a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara.
Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi, un'usanza, peraltro, sopravvissuta anche in alcune regioni dell'Italia settentrionale ed in parte della Puglia e Basilicata. Da qui l'usanza del trick-or-treat (in italiano "dolcetto o scherzetto?"). Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.


Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?". Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. L'etimologia Halloween deriva da All Hallows Eve, che vuole dire Vigilia di tutti i Santi festa che ricorre, appunto, il 1º novembre. Poiché la figura dei santi è tipicamente cristiana, quindi posteriore alla religione druidica, un etimo fantasioso nato tra i cultori del Neopaganesimo fa derivare la parola da All allows even, cioè la sera in cui tutto è permesso, inclusa la credenza che i defunti escano dalle tombe per far visita ai vivi. L'improbabilità di questa etimologia risiede nel fatto che la parola Halloween è attestata per la prima volta in epoca molto recente, nel XIX secolo, esclusivamente negli U.S.A..




È usanza ad Halloween intagliare delle zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all'interno. Questa usanza nasce dall'idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti. Queste credenze sono probabilmente reminiscenze dell'antico culto druidico legato al fuoco sacro.


Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, si pensava che queste vagassero nell'oscurità della notte per vendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) ed approfittassero del maggior potere loro conferito durante la notte di Halloween. L'usanza è tipicamente statunitense ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l'uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Liguria, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell'Emilia-Romagna, dell'alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di Zozzo.
Anche in varie località della Sardegna la notte della Commemorazione dei Defunti si svolgono riti che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d'oltreoceano, in diversi paesi si preparano le Concas e sos mortos (le teste dei morti), ovvero zucche intagliate a forma di teschio, illuminate da una candela, in altre località si svolge il rito de "Is Animeddas" (Le Streghe), de Su bene 'e is animas, o de su mortu mortu, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni.  Questo rito in Molise viene chiamato "l'anim' de le murt".
Vi è anche una leggenda britannica che narra di un ragazzo, "Jack", che compiva atti malvagi sulla terra e più di una volta aveva fatto gli scherzi al Diavolo, così, quando morì, diventò un fantasma che vaga con una lanterna ricavata da una zucca illuminata (Jack o'lantern, "Jack della Lanterna").



LA LEGGENDA DI JACK O' LANTERN

 L'usanza di Halloween è legata alla leggenda di Jack, un pigro ma astuto fattore, sempre propenso a indispettire la gente. Si narra che osò sfidare il diavolo, il quale, terrorizzato, fu costretto a rifugiarsi su un albero. Al fine di impedire che il diavolo discendesse, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise tanti peccati che, quando morì, non andò nè in Paradiso e ne all'Inferno così costretto a rimanere sulla terra, colse una zucca , inseri una candela,e ne fece una lanterna. Cominciò da quel momento a girare senza tregua alla ricerca di un luogo di riposo sulla terra. Halloween sarebbe dunque il giorno nel quale Jack, va alla caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all'infelice anima che la loro casa non è posto per lui.Secondo altre versioni Jack aveva una rapa e non una zucca con se, fu poi la tradizione popolare a tramandare l'usanza della zucca. Un'altra leggenda narra che Jack fosse una persona che beveva sempre, un giorno al bar incontrò il diavolo che ad un certo punto si trasformò in una moneta, allora lui la prese e poco tempo dopo mori. Andò in paradiso, ma venne cacciato, andò all'inferno e venne cacciato per aver preso la moneta e allora prese una rapa, gli fece gli occhi e la bocca e all'interno ci mise dei carboni ardenti e così andò in giro da solo illuminandosi la strada. La rapa fu poi cambiata e al suo posto misero la zucca. Un'altra versione ricollega la storia della moneta al primo Jack che avrebbe posto la moneta (sapendo che era il diavolo) nel portamonete assieme ad una croce d'argento, impedendogli di ritrasformarsi. Tale tradizione riferisce che Jack, rifiutato dal paradiso e presentatosi all'Inferno, venne "cordialmente" scacciato dal demonio ricordandogli il patto e ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All'osservazione che era freddo e buio, il demonio gli tirò un tizzone ardente (eterno in quanto proveniente dall'inferno) che Jack posizionò all'interno di una rapa che aveva con se.