Anthony, che visse tra Zimbabwe, Zambia e Malawi, era noto per la sua capacità di comunicare con gli elefanti, riuscendo a calmare quegli esemplari che avessero subito dei traumi. Nel suo libro raccontò la propria storia di salvataggio degli elefanti sudafricani, sotto richiesta di una associazione animalista. Anthony riuscì a comprendere come l'unico modo per salvare quegli elefanti, considerati violenti ed indomabili, fosse vivere al loro fianco notte e giorno, per poter apprendere i loro comportamenti e comunicare con loro.
Quando l'uomo fu colpito da un infarto che gli fu fatale, gli elefanti, che si trovavano a numerose miglia di distanza dalla sua abitazione, sparsi in diversi punti del parco che li ospitava, viaggiarono per oltre 12 ore al fine di raggiungere il luogo in cui si trovava il loro salvatore. Secondo quanto dichiarato dal figlio di Anthony, Jason, entrambi i gruppi di elefanti di cui si era occupato arrivarono poco dopo la morte dell'uomo. Gli elefanti non raggiungevano il villaggio in cui egli viveva da un anno e mezzo, e ciò aveva lasciato supporre ai famigliari che essi avessero in qualche modo percepito quanto era accaduto.
E' difficile spiegare in che modo essi abbiano avvertito che la vita di Anthony era in pericolo, ma pare che proprio gli elefanti siano tra quegli animali in grado di provare dolore per la scomparsa di un membro del loro branco, che verrebbe, in un certo senso, compianto per giorni. Secondo gli esperti, gli elefanti sarebbero in grado di provare dolore per la morte di un loro familiare, proprio come facciamo noi.
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Che storia bellissima!!
RispondiEliminaMi dispiace solo per questo uomo che si è spento giovane,ma che ha vissuto una grande vita accanto a degli esseri eccezionali,come gli elefanti!!
Sarà per queste cose che amo tutti gli animali,sono meglio di noi!!
Un bacione
Sabry!!